San Martino Cilento 10/Luglio/2019

Questa sera è una particolare e felice emozione per me perché mi trovo a contatto con le arti figurative, mi trovo a contatto con la pittura del Maestro Cirillo che apprezzo da quello che vedo

già in questa sala e mi trovo a contatto con la fotografia, mi trovo a contatto con un territorio straordinariamente ricco e stratificato di opere d’arte, un territorio meraviglioso, questo del Salernitano e del Cilento in particolare.

Il titolo della mostra è bellissimo “Dall’archivio della storia alcune opere tratte dai cassetti della memoria”.

Ecco, la memoria: la memoria storica è straordinaria, la memoria dell’arte è straordinaria, ci accompagna fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra e, nella pittura del maestro Cirillo, io vedo effettivamente questa stratificazione, questo momento, questo passaggio, questa ricerca continua, mai ferma su una linea precisa perché vedo che ci sono opere di tanti momenti diversi nella carriera del maestro Cirillo.

Questo è importante perché la ricerca dell’arte, è la ricerca di noi stessi, la ricerca del nostro essere nel mondo, la ricerca del passaggio delle nostre tracce nella realtà che ci appartiene e che dobbiamo poi cercare di rispettare per dare la possibilità anche a chi verrà in futuro di guardare le opere che i nostri artisti, come il maestro Cirillo, ci hanno lasciato in eredità.

Quindi è una straordinaria realtà questa, é una straordinaria visione artistica, questa del Maestro Cirillo, perché sento proprio che nella cromia dei colori liberi, questo spaziare dai verdi agli arancioni, ai rossi, passare dai colori freddi a quelli caldi, questa emozionalità fortissima e prorompente è qualcosa di molto molto forte, e poi, vedete, la pittura si sposa con la poesia, si sposa con la fotografia, altre realtà legate all’animo umano, alla ricerca, a ciò che noi siamo, ciò che siamo stati, ciò che saremo.

Perché è straordinario questo: mettere insieme la fotografia, la parola, la parola poetica.

Mettere insieme le opere d’arte del Maestro Cirillo è una sinfonia di emozioni, una sinfonia di realtà che ci appartengono. Sono emozioni che appartengono a tutti noi e che ci donano sicuramente e ci doneranno sempre una particolare visione della nostra realtà, una particolare visione della nostra vita. E’ un modo per andare avanti anche nel futuro e quindi è una cosa molto importante.

Il Maestro Cirillo ci ha emozionato e ci sta emozionando.

Guardando le opere che ci sono su queste pareti riviviamo parte della nostra vita, riviviamo frammenti della nostra vita – il quadro che è in fondo alla sala, per esempio, è un quadro straordinario.

Dall’evoluzione della prospettiva cosmica studiare l’alba dell’uomo”, ecco, partire dalla storia, l’alba dell’uomo, il momento cosmico, questo momento antico e lontano nel tempo, un tempo che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare.

Eppure, in questa realtà il Maestro Cirillo è riuscito a darci un finestrina, una sorta di finestra dove si affaccia una figura in prospettiva, una figura che sta volando nello spazio insieme a questi pianeti, racchiusa e realizzata attraverso degli strumenti della nostra tecnologia, sono gli elementi che compongono i nostri computer e quindi ci rimanda alla realtà di oggi.

Dal passato ci proiettano direttamente nel presente e poi tutta la stratificazione della storia, dal momento in cui l’uomo è apparso sulla faccia della terra fino ad oggi.

Quindi diciamo che la grande maestria del Maestro Cirillo è proprio in questo.

Lui ha realizzato opere con tecniche diverse, con situazioni diverse, con generi diversi, sapendoli ben padroneggiare tutti e ricordandoci, e ricordando a me prima di tutto, che la storia dell’arte, che la pittura, che gli artisti sono dei grandi ricercatori della nostra realtà e ci rimandano all’idea filosofica di: cosa siamo noi uomini? cosa vogliamo? dove andiamo? la storia cosa ci ha lasciato? cos’è il nostro presente? come faremo a costruire il nostro futuro?

Vedete, la lungimiranza del Maestro Cirillo è proprio in questo: nel saper proporre con le sue opere un momento di riflessione straordinaria in funzione del presente che guarda al futuro.
Quindi questa è la grande lezione dell’arte, questa è la vera lezione dell’arte.

La storia dell’arte, la pittura, la scultura, le arti in genere ci danno proprio questa dimensione dell’uomo, questa dimensione storica, il passaggio dell’uomo nel tempo.

Io insisto su questo perché noi siamo esseri che devono avere il rispetto del passato, il rispetto della nostra terra, il rispetto della tradizione artistica e fare opere che a loro volta saranno rispettate e devono essere rispettate anche da chi verrà dopo di noi quindi queste opere saranno le future “opere” di chi ci seguirà.

Diverranno patrimonio culturale, momento di civiltà.

Perché, le opere d’arte, sapete cosa sono? Sono strumenti di civiltà, sono strumenti del passato.

I beni culturali come testimonianze storiche di civiltà.

E questa è la cosa importante.

E quando noi ci troviamo in queste terre del Cilento e ci troviamo nelle nostre Chiese, per esempio, nei palazzi baronali, nei palazzi antichi e vediamo delle opere d’arte, anche quelle opere fanno parte del nostro passato e della nostra storia.

Sono fondamentali, sono importanti.

Tutto questo ci riporta alla nostra realtà e a noi stessi, alla capacità di guardare al futuro tenendo presente che siamo figli della storia ed è questa la grande lezione.

La pittura (insieme alla poesia e alle altre forme artistiche) è una forma straordinaria di espressione dell’anima, é la ricerca della parola fatta attraverso i colori, è poesia nel momento in cui diventa strumento di comprensione di noi stessi.

Andare a scavare nel nostro animo, vivere, affrontare la vita.

La pittura, come la poesia e come tutte le altre arti, è uno strumento formidabile per non dimenticare mai che siamo esseri umani e che dobbiamo prima di tutto rispetto al passato e rispetto anche tra di noi.

Perché l’arte ci dà un grande insegnamento: quello di essere persone al servizio degli altri, persone capaci di guardare al futuro, guardando al presente, rispettando la cultura, amandola e cercando di vivere insieme per migliorare sempre di più il nostro “essere umani” con tutti i nostri pregi e i nostri difetti.

Prof. Pecci Gerardo

vive a Eboli nato a Serre l’8 Aprile 1958. Noto critico d’arte, laureato in lettere e docente di storia dell’arte per il ministero della pubblica istruzione, svolge un’intensa attività di ricerca nel settore storico-artistico con particolare riguardo all’azione di salvaguardia del patrimonio artistico Italiano e internazionale.

Professore di storia dell’arte moderna presso il corso di laurea in scienze dei beni culturali dell’università degli studi di Salerno per la Facoltà di Lettere e Filosofia, storico dell’arte e socio ordinario dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte, socio ordinario del centro studi della facoltà artistica dell’Italia meridionale, responsabile del settore arti visive del Centro Culturale Studi Storici di Eboli, direttore del mensile “Il saggio” e curatore della rubrica mensile “Ars, viaggio intorno all’arte”. Autore di numerosissimi saggi e pubblicazioni in ambito artistico.