Luciana Capo – 1 agosto 2019

“Amor vincit omnia” nelle opere di Luciano Cirillo

Presentazione al vernissage della mostra presso il Castello di Agropoli, 1 agosto 2019 Luciana Capo Dr.ssa in Filosofia e saggista L’artista vanta una produzione sontuosa, stratificata, potente come “Il Monumento alla vita” dedicato alla città di Peschiera Borromeo (Fusione in bronzo), come “I segni della libertà” (olio su pannello), come “I sentieri di pace” , “L’inconscio” e le sue inquietudini e una delicatissima mostra-collezione dedicata alla danza. Egli ha un impulso nativo, una formidabile capacità di assimilare e trasformare la vita e nelle sue opere non ci sono atmosfere ovattate o tentazioni nascoste, ma c’è una Verità che ha qualcosa di disarmante e compiaciuto come una luce attraversata da brividi. I suoi quadri sono composizioni avvolgenti come un tocco morbido e denso che li rende riconoscibili, perché ci portano dai chiaroscuri intimisti alla luce nitida e levigata del giorno, dove l’azione è carnale e piena di bagliori ed emozioni. Pur se di specchiata semplicità, l’artista si muove sul piano di sentimenti “screziati”, essenziali nel loro apparire ma complicati in una evoluzione di speranze e riserve, abbandonati alla fatale forza dell’Amore. Cirillo è uno spirito gentile e nelle sue opere si nota il suo talento: il senso dell’effimero, il rimpianto, la gioia e l’anelito verso la perfezione che la memoria irretita richiama. Un afflusso di linfa, di luce nuova e feconda marca la struggente bellezza dei suoi corpi, dei suoi paesaggi dove la materia sembra trasfigurarsi nella fragilità del cristallo, pur senza lasciar spazio alla consolazione di un mondo pavido e contorto. La visione del “suo” mondo assedia, concupisce e un vento impetuoso agita, sempre, i sogni dove ogni particolare è accolto e anticipato. Artista ammirevole, la sua personalità, estranea ad ogni capriccio, diventa sublime virtuosismo di una realtà stupefacente e vera come un’armonia fatta di volti, di fiori, di figure; la sua pittura è smaltata come una pietra dura. Cirillo è un pittore-scultore impeccabile ed immutabile, ma “artista dell’anima” ci offre un’anima che si impiglia nella tela e i suoi personaggi ci parlano con una presenza reale e profonda. I paesaggi dell’artista sembrano sconfinati e nessun altro pittore si è mai perduto, con lo spirito di un poeta romantico, in paesaggi così sterminati; e tutto sembra un sogno, senza fine, tra mito e anima. Egli è un artista emozionato e sensibile, attento alle intermittenze del cuore; ci fa ascoltare la voce dell’essere e come un messaggero porta la voce del destino e l’avventura dell’uomo che si consuma in sguardi, che hanno tradotto ogni tormento, ogni dolore, ogni entusiasmo in segni nei quali si esprime il senso della vita. Nella sua opera “Essere artista” ci fa capire che l’Occidente, generato dalla cultura biblica, permane nell’ambito di quelle categorie che le profezie non cessarono di richiamare nell’anticipare il senso della futura vicenda umana. E il nostro tempo è tempo di risposte che rispondono a chi non domanda più nulla perchè più nulla stupisce; e l’uomo, al di là del bene e del male, non si arresta neppure di fronte al senso insuperabile dell’Essere. L’uomo ha trovato il senso della propria origine nella ribellione di Prometeo che, anche se incatenato alla roccia, non viene meno a se stesso. La sfida assume la forma dell’originaria volontà di sapere: il sapere che fa dell’uomo, un uomo e che gli offre tutte le possibilità del futuro. Le Opere d’arte di Luciano sono parole poetiche, sono l’aprirsi di un mondo come un “Aureo albero delle Grazie”, come l’errare silenzioso del viandante, “come colui che ha lottato con gli Angeli” (Heidegger, “In cammino verso il linguaggio”). La realtà vibra e come una folgore la Bellezza esce con una luce calda dai suoi quadri; e la vita, la morte, il dolore vengono reinterpretati con una potenza di sintesi e una drammaticità senza uguali. Egli è un pittore intenso e bruciante, nell’istinto di una pittura che è gesto; e, se a volte, è ferito dal tempo, conserva, però, l’energia che gli dà l’arte, la filosofia. La sua ricerca è ricerca dei principi, solenne ma non drammatica e , a volte, come in “Grandi tele”, è castigata, eloquente e di grande sobrietà. L’artista è pittore di pensiero oltre che della vita e i suoi soggetti sembrano muoversi, agitarsi, parlare così da essere colti in una condizione di sorpresa, di spontaneità, senza atteggiamenti e compiacimenti di ruoli. Lo spirito e la sintesi delle opere si compiono in una notte oscura, attraversata da una luce strisciante che investe tutti i sensi in un rapporto carnale. I nudi femminili restituiscono in pittura tutta l’essenza della bellezza, dell’eros, della seduzione, catturati nella tela e liberati dell’anima in paesaggi lontani. La visione della Natura, che fa di Cirillo un pittore di lontananze, ci trasporta tra mito e storia, tra episodi biblici ed evangelici. Non ci sono soltanto ideale e reale nelle sue opere, ma stati d’animo, atmosfere, allucinazioni; e questa condizione fa di lui un artista romantico. Egli, pur nella pregevole modestia, inebria come in atmosfere piene di incensi tra corpi e angeli nello spazio, in un rapinoso notturno sulle acque di un lago, quasi, intrecciati in una danza. L’artista ha un comporre largo, avvolgente e una morbida pittura di tocco che lo rende riconoscibile: il rosso è memorabile, i gialli, gli azzurri, i grigi sono avvolgenti in un cromatismo espansivo. In questa sinfonia di contrasti il Si e il No, la vita e la morte, la gioia e il dolore; ed egli lascia il tratto definitivo nell’ “Amor vincit omnia” come nelle migliori tradizioni artistico-letterarie. In Luciano Cirillo la passione ha molti volti: nei suoi quadri, nelle sue sculture, nelle sue serigrafie; e ciò che li accomuna è la luce, la perdita dei sensi, i colori della consunzione d’Amore. Nella sua produzione c’è la Natura ma anche la Scienza della Natura, che non è solo la via per la realizzazione del dominio sulla terra, ma biblicamente anche la via verso Dio; e , se l’egoismo ha ridotto lo spazio della Libertà, il linguaggio dell’Arte di Luciano Cirillo ci ha aperto e ci apre scenari di verità come un grappolo ben augurante in cui riporre Speranza e Forza.