Università popolare Milano 1970

In occasione della mostra personale presso Università popolare di Milano maggio 1970.

La corrente del Surrealismo che chiede all’arte di dar voce all’inconscio riflesso nei sogni; di esprimerlo nei simboli in una realtà primordiale, sembra rivivere nell’opera di Luciano Cirillo.
Ma fino a che punto si può parlare d’inconscio, di sogno?

La tematica costante del pittore e la sua profonda inquietudine di chi prova e vive l’angoscia, l’alienazione, l’incomunicabilità dei nostri tempi: e la tematica di chi sente la presenza misteriosa di un quid super-umano e che e alla ricerca: proprio per questo si può parlare

di “senso religioso”: “senso religioso” che si esplica in una ricerca inquieta e costante che si traduce in una consapevolezza degli umani problemi.

E dalla consapevolezza nasce la matura posizione d’un uomo sensibile: presa di posizione contro l’ingiustizia, la repressione.

Se le grandi epoche religiose, quali l’egizia, la bizantina, il medioevo romanico, conoscevano l’astrazione basata sulla sintesi geometrica, quale appello alla trascendenza, quale espressione di misticismo, nell’opera di Luciano Cirillo non v’è sintesi geometrica, rna “contorsione strutturale”nell’elevazione mistica.

E affiorano angosciosi i grandi problemi dell’uomo su cui incombe la misteriosa presenza d’un dio muto eppure presente.

Critica a cura della commissione